Etruschi

Inizia con gli Etruschi un nuovo viaggio nella seduzione nei secoli. Non solo per dare alla seduzione il carisma della storia ma anche per capire meglio la seduzione dei nostri tempi. Simboli fallici di varie proporzioni e variamente disposti, svolazzano sulle pareti delle tombe di Tarquinia e sui vasi esposti al Museo Nazionale. Molti sono espliciti, altri decorati o camuffati, così ironici da far sospettare che siano stati dipinti solo per scherzo.

La perplessità aumenta se si considera che tutto questo sfarfallìo fallico si trova nelle pareti dei sepolcri che, secondo la nostra cultura, dovrebbe ispirare ben più meste immagini.

Ma gli Etruschi non soffrivano delle nostre inibizioni ed erano allegramente in grado di suscitare l'invidia dei loro contemporanei, incapaci di avere come compagne delle donne così passionali da dedicarsi ad ardenti attività erotiche collettive, fare sesso durante le gare atletiche e gli esercizi acrobatici o amoreggiare perfino alle corse dei cani.

Di maldicenza in maldicenza, gli storici arrivano a dire che le donne etrusche, per una forma estrema di matriarcato, ovviamente incomprensibile sia ai rozzi Romani che ai più sensibili Greci, allevassero i figli senza chiedersi chi ne fosse il padre, figura reputata non necessaria.In effetti le donne in Etruria godettero di una condizione particolarmente libera, mai però separata da una profonda consapevolezza della solidarietà familiare.

Quella etrusca, era una società in cui le donne contavano; donne giovani, dalla sessualità precoce, consapevoli del proprio corpo, alle quali era sconosciuta la decadenza dovuta all'età.Per gli uomini era anche meglio.

La vita politica coincideva con la loro piena vita sessuale e al potere c'erano quasi sempre giovani vigoroso e attivi. Questo si evince dalle pitture parietali delle tombe di Tarquinia, singolari ed uniche per la raffigurazione di rapporti sessuali di qualunque tipo, ben diverse dalle omologhe egizie, dove la religione ed il senso quasi parossistico della morte incombono ovunque.

L'aspettativa di vita degli Etruschi era, in media, di quarant'anni. Essi vivevano, quindi, un tempo breve, e morivano giovani con ormoni in eccedenza. Perciò il sesso permeava ogni attività.Negli affreschi tarquiniesi, anche quando non appare esplicito, esso si rivela nel turgore delle labbra, nella languidezza degli occhi di taglio orientale, nelle capigliature folte, lunghe e ricciolute, nella muscolatura poderosa, nell'impianto fisico delle figure, nella scioltezza dei movimenti, nella disinvoltura dei rapporti, assolutamente privi di qualsiasi volgarità.

Anche la riproduzione di animali, uccelli in volo, delfini che giocano tra le onde, leonesse dalle mammelle turgide, leoni dalle criniere fulve e le code ritte, tutto rimanda ad una vitalità carnosa e sessuale. L'erotismo era natura e la natura erotismo. Mangiare, ballare, suonare, compiere rituali religiosi, ogni atto aveva una pienezza di significato denso ed arcaico che avvicinava, sensualmente, l'umanità agli Dei.

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