GAY – 2^ parte - Bruxelles (Belgio) - Umbria Trasgressiva

GAY – 2^ parte - Bruxelles (Belgio) - Umbria Trasgressiva

Mi ha spiegato che, normalmente, non erano le mogli lontano dall'Italia che allietavano le fatiche dei manager che si fermavano a Bruxelles anche il fine settimana. Gli stessi instancabili che si facevano un culo tanto (o se lo facevano fare!) . Il pranzo è durato circa un'ora, lui ha mangiato alla francese e parecchio. Io invece, quando sono in servizio, mangio con moderazione e bevo solo acqua o al massimo succo di frutta, specialmente se devo avere delle erezioni con uomini ma il mio amico ha fatto strage di vino e cognac e si comportava in modo ridicolo. Ha cominciato a toccarmi sotto il tavolo e a dire frasi volgari. Così siamo tornati in albergo in taxi, mentre continuava a mordermi, a tirarmi il vestito e a mettermi le mani dappertutto. Siccome era quasi ubriaco, i suoi movimenti erano lenti e impacciati. Finalmente siamo arrivati all'ascensore, lui mi ha aperto i pantaloni e mi ha baciato l'uccello per quattro piani. Si è spogliato nel corridoio e quando siamo entrati in camera era nudo in 10 secondi. Mi ha spogliato anche lui, velocemente, borbottando e spingendomi sul letto. Mi ha messo la faccia tra le gambe e mi ha ciucciato il cazzo come un lecca-lecca. Avrei voluto prenderlo a schiaffi, ma ho deciso di stendermi sul letto e di chiudere gli occhi pensando alla solita vedova allegra che mi leccava il filetto e la cappella sorridendo. Le piaceva molto vedere che, malgrado l'età, riusciva a far diventare durissimo il cazzo di un uomo si sentiva ancora bella, desiderata. E per me lo era. Mi piaceva un casino leccarle con pazienza la vecchia figa spelacchiata e farla godere, provavo molta più soddisfazione che a far venire in due minuti le ragazze giovani e un po' troie. Intantol'amico si dava da fare. Succhiava, succhiava e ansimava, mi stringeva forte le chiappe e cercava di infilarmi un dito nel culo. Anche stavolta l'ho lasciato fare però, per arrivare all'orgasmo e sparargli lo sperma in bocca, gli ho chiesto di leccarmi le balle e di continuare con la mano. Almeno così sentivo delle sensazioni più forti e immaginavo di inculare l'anziana milanese affamata di sesso. Finito il pompino, lui si è sdraiato vicino a me e si è addormentato come un bambino. Doccia, trolley, ennesimo taxi, aeroporto. Quando si è svegliato io me ne ero già andato lasciando un biglietto sul cuscino: “Ciao dolce amico, devo tornare subito a Milano...”. FINE

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